Intervista a Giuseppe Patané

Presidente di Associazione SEME

L’Associazione SEME, di cui Giuseppe Patanè è il presidente ha sede a Riposto e si configura come un’organizzazione senza scopo di lucro fondata per promuovere la cultura artistica e letteraria, collaborando con enti locali e nazionali e svolgendo attività editoriali. Giuseppe Patanè grazie al suo talento apprezzato da critici e storici dell’arte quali Philippe Daverio, Carlo Micheli, Achille Bonito Oliva e Carmen Bellalba, partecipa alla Biennale di Venezia nel 2017 e 2019, realizzando nel frattempo importanti mostre in Italia e all’estero. Nel 2021, in occasione del 700esimo anniversario della morte di Dante, realizza “Athanor” un trittico verticale di 6 metri d’altezza in cui condensa le tre cantiche della Divina Commedia. L’opera sarà esposta nelle cattedrali di Acireale e Noto, per poi giungere a Ravenna, Parma, Firenze, a Milano in Sant’Ambrogio e all’Università Cattolica, concludendo il suo tour nell’incomparabile cappella di San Benedetto nel Duomo di Monreale. 

Arte e innovazione. Quanto in Italia queste due parole sono tra loro vicine e come tale binomio può favorire lo sviluppo locale?

Cito un termine che mi sta particolarmente a cuore: APERTURE, perché contiene la parola ARTE e perché implica che ci si debba rendere disponibili a nuove esperienze, usanze, linguaggi. Aprire la mente al punto di concepire le diversità e le innovazioni come valori imprescindibili, come il sale della conoscenza. Per dirla con Einstein “La mente è come un paracadute, se non si apre non serve a nulla”. 

In Italia, arte e innovazione possono apparire come mondi separati, ma in realtà sono ormai intimamente connessi. L’arte ha sempre anticipato cambiamenti sociali e culturali, e oggi, con le tecnologie digitali e le nuove forme di espressione, può svolgere un ruolo fondamentale nello sviluppo locale. Un esempio concreto è l’esperienza di Matera, Capitale Europea della Cultura 2019. Qui, la combinazione di tecnologia digitale e tradizione artistica ha permesso di rivitalizzare una città storicamente marginalizzata, trasformandola in un centro di attrazione internazionale. Progetti come l’uso della realtà aumentata per esplorare i Sassi o il recupero di antichi mestieri attraverso l’uso di tecniche moderne dimostrano come arte e innovazione possano stimolare l’economia locale, attirare turismo qualificato e creare nuove opportunità lavorative. In modo simile, il distretto del design di Milano ha saputo fondere arte, moda e tecnologia, realizzando un hub creativo di rilevanza globale 

La valorizzazione del patrimonio culturale e artistico europeo può essere una delle chiavi per la costruzione di una identità comune tra i differenti Stati membri dell’Unione?

Assolutamente sì. Il patrimonio culturale europeo è un mosaico di storie, tradizioni e influenze che ha attraversato secoli e confini. Valorizzare questo patrimonio significa riconoscere l’importanza della nostra comune eredità, che trascende le differenze nazionali e linguistiche. In un momento storico in cui l’Europa si trova di fronte a sfide economiche e sociali, la cultura può essere un ponte che unisce. Esempio eloquente è il progetto delle “Capitali Europee della Cultura,” che dal 1985 ha promosso città come Atene, Marsiglia e Plovdiv. Queste città hanno avuto la possibilità di valorizzare il proprio patrimonio culturale e artistico, attirando artisti da tutta Europa e creando eventi di scambio che hanno rafforzato il senso di appartenenza a un’identità comune europea. Un altro esempio è il programma Erasmus+ che, oltre a favorire la mobilità studentesca, incoraggia scambi culturali che includono visite a musei, gallerie d’arte e patrimoni locali, creando legami tra giovani di diversi Stati membri e contribuendo a una visione condivisa della cultura europea. 

Adottiamo un approccio partecipativo basato sulla condivisione degli obiettivi, sulla consulenza e sulla formazione costante, monitorando l’efficacia delle azioni intraprese, garantendo trasparenza e responsabilità. Questo metodo non solo migliora la qualità dei servizi pubblici, ma incoraggia anche una maggiore partecipazione civica, mostrando concretamente i benefici delle politiche adottate. Crediamo che questo approccio possa migliorare significativamente la qualità e l’organizzazione degli Enti e di conseguenza la vita dei cittadini e delle comunità, rendendo la Pubblica Amministrazione più efficiente, trasparente e vicina alle esigenze delle persone.

Quanto è importante per le Pubbliche Amministrazioni tutelare il proprio patrimonio artistico per promuovere un maggiore benessere sociale?

La tutela del patrimonio artistico è essenziale non solo per conservare la memoria storica di una comunità, ma anche per promuoverne il benessere sociale. Le Pubbliche Amministrazioni hanno un ruolo cruciale in questo processo, poiché un patrimonio ben conservato diventa accessibile e fruibile da tutti. L’arte e la cultura hanno il potere di educare, ispirare e creare coesione sociale. Investire nella tutela e nella valorizzazione del patrimonio significa creare spazi dove le persone possono incontrarsi, imparare e condividere esperienze, favorendo il dialogo interculturale e un maggiore senso di appartenenza. Un esempio virtuoso è il restauro della Reggia di Venaria Reale in Piemonte. Questo progetto ha trasformato un sito abbandonato in un centro culturale vivace, attirando milioni di visitatori e offrendo uno spazio per eventi culturali e attività educative. Il recupero del sito non solo ha creato posti di lavoro, ma ha anche migliorato la qualità della vita dei residenti, promuovendone la coesione sociale. Un altro esempio è il progetto “Museo Diffuso” di Napoli, dove il recupero di chiese e palazzi storici ha reso l’arte accessibile in quartieri storicamente problematici, contribuendo alla riqualificazione sociale e culturale. Per ultimo, vorrei citare la mia mostra diffusa “EGO” che si è svolta tra luglio e settembre ad Acireale. Questa esposizione ha coinvolto diversi spazi storici della città, trasformandoli in luoghi d’arte contemporanea e offrendo ai cittadini e ai visitatori un’esperienza unica di riscoperta del patrimonio locale attraverso una nuova lente: quella sofisticata ma universale dell’arte. L’iniziativa ha valorizzato il tessuto storico di Acireale, contribuendo non solo a promuovere il turismo culturale, ma anche a creare momenti di riflessione e dialogo tra i residenti.